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Softball : Il Softball secondo Chiara Sordoni

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Anni 19, giovane ma già veterana, ecco Chiara Sordoni prima base, punto di forza del Cus Ancona Softball. In squadra sin dall’età di dieci anni si è guadagnata, nel tempo e sul campo, il soprannome di Boss. Il grande carisma che la contraddistingue l’ha portata ad essere un elemento di spicco dentro e fuori dal campo tanto da farla considerare un autentico capitano. La conosciamo meglio nella nostra rubrica, pronti a svelarne i suoi tratti più nascosi.

Per prima cosa ti chiedo cosa rappresenta per te il SoftBall?
“Il softball ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un fattore di crescita che ha contribuito a creare la persona che sono oggi. È diventato, inoltre, parte integrante della mia vita, con la voglia e l’obiettivo di continuarlo per più tempo possibile”.
Sei giovane ma sei già una veterana. Da cosa deriva il soprannome Boss?
“Il soprannome è nato mentre stavamo decidendo quelli di tutte le ragazze. Prima si era optato per un altro soprannome che ora neanche ricordo, poi siccome durante gli allenamenti tendo sempre a comandare come un vice allenatore il soprannome è nato di conseguenza”
Dove potete arrivare come squadra?
“La squadra negli ultimi due anni ha dimostrato di poter giocare a livelli molto più alti. È mancato poco per non riuscirci ma questo ha creato una maggiore speranza e consapevolezza per tutte le giocatrici di raggiungere tale obiettivo, fattori che erano mancati fino a poco tempo fa”
Il Softball come sport in evoluzione. Che ne pensi?
“Io credo che il softball potrebbe diventare in Italia uno sport in evoluzione, quello che manca però è una rappresentanza mediatica cosa che consentirebbe una maggiore diffusione dello sport. In un paese come il nostro il softball viene purtroppo soffocato da sport femminili più conosciuti quali il tennis e la pallavolo. Per garantire la crescita dello sport è importante che la FIBS (federazione italiana baseball softball) si impegni in una promozione più insistente che garantisca questo sviluppo.”
Come vivi le ore prima di una partita?
“Le ore prima di una partita sono sempre un misto di ansia e voglia di giocare. Sono sempre preoccupata prima di una partita perché ho sempre paura di non fare una buona prestazione cosa per cui ci rimetterebbe tutta la squadra. La voglia di giocare e l’unità di squadra però spesso spazzano via questa ansia, permettendo di vivere la partita in maniera tranquilla per quanto possibile”
Ci sono dei ringraziamenti che ti senti di fare?
“I ringraziamenti sono rivolti un po’ tutti, principalmente all’allenatore che ha speso moltissimo del suo tempo per aiutarmi a migliorare e a farmi appassionare sempre di più a questo sport. Ringrazio anche tutte le mie compagne che mi aiutano a migliorare lo spirito di squadra e a rendere l’allenamento il più piacevole e meno stancante possibile”.

Ufficio Stampa Cus Ancona

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