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David Francescangeli: “Un sogno chiamato Cus Ancona”

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Iscritti, sezioni, strutture e tesserati. Responsabilità, onori, oneri e doveri. La vita di un Presidente si compone di questi e tanti altri fattori. Essere a capo del Cus Ancona oggi, con le sue dodici sezioni, impone programmazione e professionalità, passione e lungimiranza, voglia di crescere e di migliorarsi costantemente. Tutti aspetti che David Francescangeli ha ben chiari, e che coltiva giorno dopo giorno con l’entusiasmo di un ragazzino e la saggezza del Presidente. Una vita a tinte biancoverdi, in quella casa, in quella famiglia, che un po’ tutti chiamiamo Cus Ancona.

Presidente, tutte queste sezioni, tutti questi iscritti, quali obblighi morali lasciano?
“Spesso quando si hanno di fronte grandi numeri si dimentica che si è di fronte ad ogni singola persona che contribuisce a fare grandi questi numeri. Riconoscere che ogni individualità, secondo le sue capacità, è un patrimonio sportivo, etico, umano, rende presidente un presidente”

Come può ancora crescere il movimento Cus Ancona?
“Crescere è dote naturale degli esseri umani in quanto tali. L’ambiente in cui si vive, ne può discriminare il camino. All’interno di una Associazione, non dimentichiamo fatta da esseri umani, elevare il livello di organizzazione, porsi degli obiettivi e condividerli, mettersi sempre in discussione e nell’atteggiamento di ascolto, far lavorare il cuore in simbiosi col cervello, fanno sì che ogni associato si trovi in un habitat, a cui appartenere. Ciò non può che stimolare la crescita personale, da cui quella collettiva, ovvero del CUS Ancona”

Cosa si può diventare a livello cittadino e non solo?
“L’ambizione del CUS Ancona, che voglio trasmettere a tutti i cussini è quella di rappresentare un modello da imitare in ambito comunale di certo, ma non ci poniamo limiti. Non per i risultati, bensì per i metodi di lavoro, la prospettiva educativa e formativa come filo conduttore, l’etica sportiva. Non per questo trascuro l’importanza dei risultati. Uno dei miei motti non è l’importante è partecipare perché giocare per vincere non è sbagliato. Potremmo modificarlo così: “l’importanza di vincere vale tanto quanto saper perdere con onore contro chi è più bravo”

Il contributo degli universitari è determinante?
“Il contributo degli universitari non è solo importante, è fondamentale. La storia del CUS va a braccetto con quella dell’UNIVPM. Nostra missione è contribuire con il praticare sport, a migliorare le capacità di studiare. È risaputo come sport e studio sia un binomio più che compatibile. Offrire agli studenti sia discipline agonistiche che attività amatoriali, risponde alle esigenze di ciascuno”

Qual’è il suo sogno da presidente?
“Il mio sogno? Due studenti che si incontrano in facoltà, si chiedono “che facciamo dopo lezione?” “Andiamo al Cus”. Mi spiego. Vorrei creare un ambiente così sano, accogliente, familiare, divertente, di qualità, laddove un genitore lasci serenamente il proprio figlio, un adolescente ne faccia luogo di incontro, un atleta ne trovi la disciplina a lui più congeniale, un ex atleta ed ex studente come me ne riconosca gli ideali e desideri mettersi a disposizione per perseguirli. Se poi tutti guardassimo il mondo con gli occhi dei bambini, tutti i sogni sarebbero realizzabili”.

Cosa augura a tutti i suoi atleti per questa annata?
“Ai più piccoli auguro di divertirsi affidandosi ai nostri tecnici, dirigenti e accompagnatori che sono meravigliosi ed abbraccio uno per uno, agli adolescenti di riconoscere come l’impegno nello sport sia quanto di più gratificante sia oggi a loro disposizione, ai più grandi di essere con orgoglio esempio e modello a cui i più giovani possano ambire. Tutto ciò sempre e solamente col sorriso. Lo sport allunga la vita? Non so dimostrarvelo anche se ne sono certo, ma di sicuro la rende migliore”

Ufficio Stampa Cus Ancona

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